CVS Brescia
Nel corso del 2024 da più parti era nato il desiderio di rinverdire (o conoscere per i nuovi iscritti) le motivazioni della spiritualità novaresiana. Così il Consiglio Diocesano CVS Brescia ha proposto tre incontri di Scuola di Associazione su temi: Identità e origini del CVS (a cura di Roberta Guastamacchia), il Carisma (a cura di Angela Petitti) e Gruppi di Avanguardia (a cura del moderatore generale Don Johnny Freire).
A noi si sono uniti anche i rappresentanti delle diocesi vicine: Mantova, Bergamo e Vicenza. Con Sorella Roberta abbiamo riscoperto che la nostra identità è come un albero con radici profonde. Esse si radicano sull’intuizione carismatica di Mons. Novarese che vede nella Sofferenza offerta una partecipazione al mistero Pasquale di Cristo. Questa identità differenzia il CVS da altre realtà che si occupano di sofferenza, di disabilità e di malattia. Come un albero che cresce con rami, foglie e frutti, il CVS si trasforma e si evolve, sviluppandosi attraverso l’interazione con il mondo esterno. Se vogliamo continuare a far “fiorire” l’albero del CVS dobbiamo restare saldi nelle radici e prendercene cura. Novarese ha accolto e risposto alle tante traversie della sua vita con il sacrificio, con l’affidarsi a Dio, accogliendo giorno per giorno il suo progetto nonostante il dolore fisico e le umiliazioni, con la forza delle fede accompagnata da una profonda devozione e fiducia nell’Immacolata.
Noi associati al CVS abbiamo un ruolo attivo nella Chiesa e nella società: essere missionari nel proprio ambiente di vita! Siamo consapevoli della ricchezza che il nostro Carisma può portare ad ogni persona che soffre e a quanti se ne prendono cura. Ascoltando sorella Roberta ci siamo sentiti carichi di un impegno importante, unico e riconoscibile all’interno della Chiesa; forti della nostra identità come risposta al mondo della sofferenza di oggi.
Sorella Angela ci ha illustrato il Carisma del CVS. Il Carisma ecclesiale è il dono dello Spirito Santo, è l’infinito Amore che Dio che riversa gratuitamente. Ma un Carisma a cosa serve? Ad aprire un nuovo cammino (meditato, capito, vissuto) all’interno della Chiesa. Quello del CVS è l’intuizione del valore salvifico della sofferenza. Mons. Novarese ha visto cose che altri non vedono ed è nata un’opera nuova nella Chiesa. Il fondatore è stato strumento nelle mani dell’Immacolata. Noi siamo chiamati a vivere il Carisma, a custodirlo mantenendone la freschezza e continuamente ritornando alle origini, approfondirlo, portando a maturazione la fede e a svilupparlo, portandolo ad altri. Come possiamo farlo oggi? Come sviluppare la nostra presenza nella Chiesa? Chi ha Carisma, ha il potere interiore di influenzare il suo ambiente, ha la presenza, la capacità di attenzione agli altri con la testimonianza, ha il calore umano che è capacità di affetto, di consolazione, di sollecitudine.
Così possiamo distinguere il carisma dell’Attenzione (non si può essere superficiale, il dolore ci deve toccare); il carisma Visionario (andare oltre, più in là dell’immediato); il carisma della Gentilezza (essere compassionevoli, esercitare l’intelligenza emotiva, stare vicino), il carisma dell’Autorità (autorevolezza, perseveranza nel perseguire un obiettivo).
Abbiamo identificato anche 9 qualità del Carisma: avere uno scopo con risolutezza, avere attenzione, Integrità, eloquenza del cuore e verità (parlare toccando i cuori), essere presenti, fervore (passione per il carisma), vulnerabilità (nel proporsi e accettare i propri limiti), spirito di avventura, coraggio.
Noi del CVS vogliamo essere presenti nella Chiesa, perché tanta umana sofferenza non vada perduta, ma offerta sulla mensa Eucaristica. Siamo convinti che “senza Amore la sofferenza non salva” e soprattutto quando le radici sono profonde non c’è ragione di temere il vento!
Don Johnny ci ha illustrato i Gruppi di Avanguardia. La prima domanda è stata: dove vogliamo fissare lo sguardo? La misura non è nelle quantità, ma nella qualità perché Dio si nasconde nelle piccole cose! Il GDA è parte dell’identità del CVS: la vita è fatta di ordinario e il GDA è la famiglia. Nella famiglia bisogna relazionarsi, affrontare la fatica dello stare insieme. E ne vale la pena! Il GDA è anche fondamentale in mezzo alle sfide di oggi per combattere la solitudine dei sofferenti e il sentimento di inutilità. In ogni circostanza della vita posso dare quello che sono; da soli possiamo poco, ma insieme diventa tanto.
Il GDA è importante a livello psicologico (insieme ce la facciamo, cambia il modo di vedersi), spirituale (fedeltà alla vita di preghiera, rapporto intimo con chi so che mi ama, apostolico (andare insieme verso gli altri, sofferenti e sani).
Il GDA vive mette in pratica la fraternità perché le relazioni sono le cose più importanti della famiglia (non il sangue). Nella spiritualità fondazionale il capogruppo deve essere un sofferente, maestro di come si vive la sofferenza.
Evitando di guardare solo indietro, ci sforziamo di trovare nuove vie di futuro, lasciandoci interpellare dalla realtà. D’altra parte la dinamica è creare nuovi gruppi: dinamica generativa!
a cura di Lucia Cioli



