Valleluogo, 31 dicembre 2024.
Il sole splende e ti accarezza senza farti male, l’aria fresca ti da la sensazione di poter respirare di nuovo. C’è un’aria di festa nella struttura che ci accoglie, ci sono sorrisi, abbracci, mani che ti stringono e voci che ti chiamano. Non mi sono mai sentita tanto amata come in quei pochi giorni che sono rimasta lì, trascinata insieme a mamma e papà da un bisogno di Amore che a distanza di giorni mi riscalda ancora dentro.
L’amore in effetti era quasi palpabile, lo si sentiva in ogni gesto, sguardo o preghiera di chi ci ha accolti lì: suor Giovanna, suor Patrizia e le dolcissime novizie che hanno fatto di tutto perché noi ci sentissimo a casa. Ognuno di noi ha sentito sulla propria pelle che cosa significa prendersi cura dell’altro, a volte non accorgendosi che è l’altro a prendersi cura di te.
Poi ci sono state le risate, il karaoke, la musica e i giochi che ci hanno ricordato veramente cosa significa stare in comunità: nessuno deve essere lasciato indietro o dimenticato. C’era poi il piccolo ma bellissimo santuario, dove la relazione con Dio e soprattutto con Maria assume una dimensione di intimità, di confidenza. Sembrava quasi un focolare dove c’è qualcuno che ti invita a riscaldarti dal freddo che ti porti dentro. Lì la preghiera si è trasformata per noi in dialogo, un chiedere aiuto per tutta la sofferenza che c’è nella nostra vita.
Chiedere aiuto a volte non è facile ma questi momenti ci hanno ricordato che non siamo mai da soli. Un giorno è arrivata la nebbia: era come se ci fosse un velo che copre tutte le cose ma tu sai che sono lì dietro da qualche parte. Allora entra in gioco un altro senso che spesso usiamo ma soltanto in modo passivo: l’udito. Ho iniziato a fare più caso ai suoni che sentivo, agli odori della natura circostante lasciandomi avvolgere completamente da essi.
Abbiamo riscoperto la pace e la serenità che spesso sono allontanate dalla vita frenetica che conduciamo ogni giorno, ogni tanto serve avere un posto dove il cuore può riposare. Spesso mi sono chiesta dove fosse finita la mia gioia, quella voglia di vivere che tutti hanno da bambini ma crescendo quasi sempre si affievolisce. Ho capito che era nascosta da qualche parte dentro di me, in realtà non l’avevo mai persa ma c’era sempre stata e doveva solo essere tirata fuori.
Concludo con un augurio per tutto il CVS: che in quest’anno nuovo possiate trovare un nuovo inizio, all’insegna della fede e della speranza, ricordandoci sempre che non ce ne facciamo nulla dell’Amore se lo teniamo soltanto per noi. (Elisabetta Giordano)
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